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Cagliostro di Alexandre Dumas


"Cagliostro" è il primo romanzo del ciclo che Alexandre Dumas dedica a Maria Antonietta e alla Rivoluzione francese. Opera poco conosciuta, ma densa di mistero e avventura, apparve per la prima volta nel 1848 sul quotidiano francese La Presse, sotto forma di romanzo a puntate. Di recente è stata riproposta da Roberto Nicolucci Editore, che ringrazio molto per la copia.



Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come conte di Cagliostro, avventuriero, studioso di medicina, ipnotismo e alchimia, visse di espedienti finché la sua fama di mago e guaritore si diffuse in tutta Europa e gli assicurò la protezione di nobili, scienziati e sovrani. Fondò a Londra la locale loggia massonica di rito egiziano. Implicato a Parigi nel processo della collana di Maria Antonietta, fu costretto a lasciare la Francia (1786). Stabilitosi a Roma, fu condannato a morte per attività massoniche (1789), poi graziato dal papa e incarcerato a vita. Avventura e mistero nella vita di Cagliostro narrata da Alexandre Dumas in un romanzo storico che, al ritmo dei "Tre moschettieri" e con la suspense del "Conte di Montecristo", rievoca il '700 alla vigilia della Rivoluzione francese, mettendo in scena anche personaggi come Maria Antonietta e Luigi XVI, Rousseau e Voltaire. Il romanzo ha inizio il 6 maggio 1770. Il Gran Cofto, Giuseppe Balsamo, più noto come conte di Cagliostro, traccia il disegno della società segreta degli Illuminati: abbattere le monarchie cominciando dalla più fragile, quella francese. Ai progetti rivoluzionari si intrecciano riti di magia, profezie inquietanti, passioni travolgenti e intrighi di potere nell'affresco di un'epoca nella quale razionalismo e forze oscure della mente e del cuore produssero miscele esplosive per la storia dell'umanità.



Siamo nel 1770 in pieno Ancien Régime: il re di Francia è ancora Luigi XV e Maria Antonietta sta per giungere a Versailles per prendere il suo posto al fianco del Delfino. In questo contesto si svolgono le vicende della famiglia dei Taverney, nobili decaduti, e dei grandi protagonisti della società del tempo. All'ombra dei palazzi del potere e delle frivolezze di corte, si muove però un personaggio misterioso, che sembra avere sempre il controllo della situazione: è Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro, uomo dalle mille identità e dalle mille risorse. Dumas ce lo presenta come un visionario dotato di grandi poteri, capace di manipolare le persone quanto i metalli.


Cagliostro, tuttavia, non è l'unico protagonista del romanzo, che ha un impianto corale e un intreccio che vede mescolarsi le storie di vari personaggi appartenenti a tutti gli strati sociali.


Sono proprio loro, i personaggi, il punto forte dell'opera.

Conosciamo la famiglia dei Taverney, composta da un barone decaduto e autoritario, e dai suoi due figli: Andrée, tanto bella quanto altera, e Filippo, autentico gentiluomo. Trasferitisi dalle loro proprietà di campagna a Versailles, cercheranno di ambientarsi a corte.


"Che importa se il muschio corrode le pietre sconnesse, se le statue giacciono infrante nei bacini senz'acqua e gli alberi e i viali del parco rimangono incolti? Basta salire sulla grande terrazza e ammirare intorno l'ampio e superbo panorama, per veder risorgere improvvisamente dalle maestose rovine lo splendore di un tempo. Lo splendore di una Versailles scintillante di spade e di uniformi dorate, di splendidi gioielli e di fresche carni muliebri; una Versailles percorsa dalle morbide carrozze, imbottite di seta e di velluto, tirate da agili e superbi cavalli; una Versailles con tutte le finestre illuminate, come quelle di un castello incantato, attraverso le quali il popolo vedeva la folla di dame e di cavalieri curvarsi al cenno di un uomo, come si curvano le margherite e i papaveri al soffio lieve del vento."

Alle vicende dei nobili si intrecciano le avventure di Gilbert, un giovane di umili origini che, un tempo al servizio dei Taverney, si trasferisce a Parigi per fare fortuna e realizzarsi.

Non mancano gli intrighi politici e i personaggi storici: Dumas ci conduce direttamente nelle sale di Versailles, facendoci conoscere i pensieri più intimi del re Luigi XV, le preoccupazioni del Delfino Luigi Augusto, l'incontro con Maria Antonietta, le frivolezze e i capricci della contessa Dubarry, e la filosofia di Rousseau.


Le parti più interessanti, oltre a quelle di carattere storico, sono state a mio avviso quelle riguardanti Gilbert. Non solo perché sono le più movimentate e avventurose, ma anche e soprattutto per l'abilità dell'autore nel tratteggiare questo personaggio, che mi ha subito conquistata. Gilbert è un "domestico" atipico: non è un vero servo, ma è poverissimo; dotato di un'intelligenza pronta e vivace, ha imparato da solo a leggere e a scrivere, e si è abbeverato della filosofia degli Illuministi, in particolare quella di Rousseau. Il suo carattere è complesso e tratteggiato in modo molto vivido: è coraggioso e, per certi aspetti, idealista, ma al contempo terribilmente superbo e orgoglioso — caratteristiche portate fin quasi all'estremo. Ma soprattutto, è innamorato disperatamente di Andrée di Taverney e per lei farebbe qualunque cosa; anzi, è proprio per lei che desidera elevarsi e studiare.

Purtroppo, però, Andrée prova per lui solo una sprezzante indifferenza e non riesce nemmeno ad accorgersi di lui. Dumas tratteggia con grande maestria il terribile dilemma di Gilbert, portandoci a empatizzare con lui e le sue sventure.


Al contempo, grazie al personaggio di Gilbert, Dumas introduce una tematica importante, che si riflette in particolare nei colloqui che il giovane ha con il grande filosofo Rousseau: l'ideale dell'uguaglianza tra gli uomini, che si stava affermando proprio allora grazie agli scritti degli intellettuali illuministi.


Cagliostro è quindi una finestra che si apre sul mondo dell'Ancien Régime, sul clima che caratterizzava la società francese alla vigilia della Rivoluzione.


Un romanzo complesso, che racchiude più storie in una. L'abilità di Dumas sta proprio nella capacità di concatenare le vicende in modo appassionante e coerente, senza mai risultare pesante o noioso. Nonostante la mole (più di 700 pagine!) il romanzo si legge con piacere e semplicità, anche grazie all'ottima traduzione.


Ringrazio quindi la casa editrice per avermi permesso di fare questo straordinario viaggio nella Francia del Settecento.


Che dire? Dumas è sempre Dumas!


— Non capisco come si possa non odiare gli uomini che ci maltrattano!— gridò Gilbert.

— Rousseau è sempre stato libero, signore. Egli è sempre stato abbastanza forte per non aver bisogno dell'aiuto di nessuno, sono appunto la forza e la libertà che lo hanno reso buono. Solo la schiavitù e la debolezza rendono gli uomini cattivi.

— Per questo ho voluto rimaner libero!— esclamò il giovane.

— L'uomo è libero anche in prigione, amico mio. Se un giorno Rousseau finisse alla Bastiglia, nessuno potrà impedirgli di scrivere e di pensare liberamente... la libertà dell'uomo non consiste nel fare quello che vuole, ma nel rifiutare di fare quello che gli si impone.



Cagliostro edito da Roberto Nicolucci Editore vi aspetta









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